CHIAROSCURI D’OGNI GIORNO - Viterbo/1999

Luci della sera/Viterbo - tecnica mista - 1999

Dipinti, monotipi e disegni dedicati alla Città di Viterbo e ai valori della quotidianità

a cura di Virginia Catanesi

Già qualche anno fa scrissi di Sandro Conti. Del suo fare artistico mi colpì la vivace ricerca espressiva, condotta con l'utilizzo di tecniche diverse, tutte ottimamente possedute e con una profonda sensibilità del colore.

Un colore, che non è semplice cromatismo, ma che, negli accostamenti o nelle contrapposizioni, crea atmosfere e percorsi di luce in cui l'occhio indugia e si attarda a cogliere le sensazioni e i gesti di una quotidianità semplice e vera, legata alla campagna e ai riti della raccolta, consumati con la gioiosa laboriosità delle donne nella piazza centrale del borgo antico.

Il tramonto sui tetti di Viterbo, spazia su tutta la tavolozza, dai bianchi, al giallo paglierino, alle ocre, all'arancio, ai rossi, fino al bordeaux, al grigio e alla gamma dei blu.

Superfici nettamente riferite nel bagliore della luce solare di un meriggio estivo, propongono linee di un'architettura che ha fatto la storia di Viterbo e che oggi la connota episodio unico. Non è nostalgia, non è rimpianto, non è rêverie, ma un omaggio alla sua città.

Scorci visti con gli occhi della quotidianità e riferiti nella loro intima natura, di spazi amati, fin nella tessitura antica dei muri, nelle aperture delle finestre che negano il misterioso mondo casalingo interno, che si manifesta all'esterno solo con un filo di biancheria e di indumenti messi ad asciugare al sole.

La vita di un borgo antico che riempie di piante e di fiori in vaso, ogni sporto o balcone o scalinata, a testimonianza di un'appropriazione fisica dello spazio urbano "avito", vissuto da generazioni.

Ma la pittura di Sandro Conti è anche magia e rapporto dialettico di chiaroscuri, di luce-ombra, quasi alla ricerca di una sorta di evocazione interno-esterno.

E l'evocazione, che non è ricordo, ma proposizione, tra onirico e visivo, è il "retrogusto" dominante le sue opere.

Acquerelli, oli, monotipi e disegni, da cui traspare un gusto particolare per le sfumature, i toni, le luci e le ombre, a volte in netto contrasto.

Il sole della mattina illumina l'acqua chiacchierina di montagna, che scende da una cascatella, verde e spumeggiante, dipanandosi attraverso curve ed anse disegnate da bianche rocce su cui trionfa una fresca vegetazione.

Luoghi, paesaggi, segni, tra vissuto ed immaginario, che si ritrovano negli acquerelli dedicati alle terre montuose di Castel del Monte e Barisciano, in Abruzzo, dove Sandro Conti ha scelto di vivere.

Una natura dai colori pastello, non contrastata dall'opera dell'uomo ma esaltata nei suoi equilibri, nelle sue potenzialità positive, soprattutto quando uno squarcio di sereno si apre, in un cielo tempestoso, ad illuminare le lontane cime maestose della grande montagna, oppure quando la sagoma di un fienile, coperto da teloni neri, si staglia, presenza estranea e quasi minacciosa, sullo sfondo azzurro e rassicurante delle montagne su cui si preannuncia il luminoso nuovo giorno.

Un mondo silente, dai ritmi pacati, quello proposto dalle opere di Sandro Conti, dove le lunghe pause, sia che ci si trovi in una stanza, nella via del borgo antico, nella campagna, o tra i contadini e i pastori, suggeriscono una sorta di intimismo, di consapevolezza della grande forza della natura.